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Giacomo Crivellaro | Psicologo Psicoterapeuta
Terapia Breve Strategica e Ipnosi
Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)

La paura di dormire

 

Può sembrare apparentemente incomprensibile il fatto che alcune persone sviluppino una radicata e invalidante paura di addormentarsi: dopotutto il sonno è una condizione talmente radicata e naturale – e piacevole – dell’uomo da far sembrare bizzarro, se non assurdo, il timore di abbandonarsi al dolce riposo e alla sensazione di benessere che regala quando si conclude.

Tuttavia esistono alcuni tipi di reazioni psicologiche che conducono a questo: la paura di ciò che potrebbe accadere durante il sonno porta ad una forma di resistenza emotiva alla sospensione della consapevolezza che il sonno produce, una sorta di opposizione all’abbandono dello stato di allerta, il rifiuto di abbassare la guardia. Come vedremo, sebbene in questi casi la terminologia psicodiagnostica si sia dimostrata come sempre generosa nel fornire un nome a questo insieme di sintomi (clinofobia – la paura della posizione orizzontale e ipnofobia – la paura del sonno), vedremo insieme come nella grande maggioranza dei casi dietro alla paura del sonno in quanto tale si nasconde una fobia più specifica – la paura, per l’appunto, di ciò che potrebbe accadere durante il riposo.

 

Stress post-traumatico: la paura dei flashback. 

Nel caso dei disturbo post-traumatico da stress troviamo quelle reazioni ad una esperienza terrorizzante o estremamente dolorosa, che spesso coinvolge in qualche misura la dicotomia vita/morte stessa, e che includono un involontario ri-sperimentare l’evento traumatico, spesso non appena la consapevolezza cosciente abbandona anche momentaneamente la sua presa sul quotidiano flusso dell’esperienza psicologica. Questi ricordi intrusivi sono chiamati flashback, cioè l’immediato ritorno, in tutta la sua potenza sensoriale, delle memorie del passato, con i loro correlati emotivi, cognitivi, sensoriali e psicologici in generale – e fisiologici in particolare: il corpo risponde alle sensazioni di allarme mobilitando, ancora una volta, tutte le sue risorse in risposta ad una minaccia il cui stato di realtà è unicamente determinato dal suo essere ricordata. Manco a dirlo, i flashback si manifestano molte volte durante la notte, quando una psiche ferita torna sulla lesione, alla ricerca di un balsamo in grado di guarirla. Ed è proprio la paura di provare nuovamente i tanto temuti flashback a spingere la persona ad evitare, per quanto possibile, il sonno – oppure a stordirsi (e le sostanze sono tra le più varie) prima di abbandonarvisi.

 

Patofobie e affini

Rispetto all’ipocondria, che possiamo definire come la paura di una molteplicità di malattie, percepite tramite un assiduo e compulsivo “ascolto” dei segnali corporei, la patofobia si definisce come la paura focalizzata di una malattia in particolare – spesso una malattia “senza ritorno”, cioè, come nel caso di infarti, attacchi di cuore e ictus, eventi decisamente pericolosi che possono verificarsi senza precedenti segnali ammonitori. Quando la patofobia diventa ampiamente invalidante, tale percezione di pericolo imminente può invadere la notte: e se mi venisse mentre dormo? Ecco allora il manifestarsi di una sorta di paura dell’addormentamento – “potrei non accorgermi che mi sta venendo un infarto” – che si traduce in una resistenza all’addormentamento stesso – la paura di addormentarsi. 

 

Ladri e altre persecuzioni

La percezione di una minaccia è un potente antagonista del sonno. Qualora, infatti, sia presente la sensazione della presenza, dietro la cortina sottile ma santificata della coscienza, di un pericolo imminente, il corpo e la psiche rifiutano di prestare il fianco all’attacco, mantenendo alta e chiusa la guardia, pronti a rispondere all’attacco.

Quando poi si percepisce la minaccia, reale o immaginata, proveniente da un oscuro “altro”, il cui volto potrebbe essere visto con chiarezza o essere ancora avvolto nelle tenebre di una fantasia incompiuta, il presagio si colora degli accesi colori della rabbia, in procinto di scatenarsi verso il proprio persecutore. Si mettono in atto precauzioni di difesa: le finestre serrate, la “ronda” prima di coricarsi, alla ricerca di possibili buchi nella rete di protezione, dimenticanze che si temono fatali. I radar sono accesi: ogni minimo segnale, possibile indicatore di una esperta e silenziosa effrazione, amplificato dai meccanismi percettivi di cui disponiamo, ferma il sonno, qualora sia sopraggiunto – spesso per esaurimento, dato il carattere avversivo che ha ormai assunto il sonno in sé, desiderato ma temuto oblio dalle preoccupazioni del giorno.

 

TERAPIA BREVE STRATEGICA

Per ognuna delle varianti descritte la Terapia Breve Strategica ha costruito, all’interno della esperienza ultratrentennale del Centro di Terapia Strategica, una serie di procedure e protocolli di intervento, come riportato nei riferimenti bibliografici. La Terapia è breve, in quanto si pone l’obiettivo di ottenere una completa risoluzione del disturbo, oppure un sostanziale e radicale miglioramento, entro e non oltre le 10 sedute; è Strategica in quanto, tramite lo studio delle caratteristiche specifiche di ogni classe di problemi, si occupa di costruire un insieme di tecniche, strategie e stratagemmi ad hoc, in grado di condurre velocemente al risultato previsto.

 

 

Riferimenti bibliografici

Bartoletti, A., Nardone, G. (2018). La Paura delle Malattie: Psicoterapia Breve Strategica dell’Ipocondria. Milano: Ponte alle Grazie.

Cagnoni, F., Milanese, R. (2009). Cambiare il passato: Superare le Esperienze Traumatiche con la Terapia Breve Strategica. Milano: Ponte alle Grazie.

Muriana, E., Verbitz, T. (2017). Se sei paranoico non sei mai solo! Dalla diffidenza al delirio paranoico. Roma: Alpes Italia.

Werner, G. G., Riemann, D., & Ehring, T. (2021). Fear of sleep and trauma-induced insomnia: a review and conceptual model. Sleep Medicine Reviews55, 101383.

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Giacomo Crivellaro; Psicoterapia Breve Strategica e Ipnosi a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Psicologo Psicoterapeuta a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Sono Psicologo Psicoterapeuta. Diverse esperienze lavorative in alcuni ambiti della Salute Mentale mi hanno portato ad approfondire la Terapia Breve Strategica, approccio che considero il migliore, in ambito psicoterapeutico e non solo. Sono un curioso impenitente, un critico impietoso (anche verso me stesso, ahimè!) e un lettore accanito. Ricevo come Psicologo Psicoterapeuta libero professionista nei miei studi di Firenze, di Parma e a Montevarchi (AR), dove collaboro con il Centro ABA e Psicoterapia Valdarno della Associazione Vento a Favore, di cui sono socio fondatore. Sono Psicoterapeuta Ufficiale e Ricercatore del Centro di Terapia strategica di Arezzo.


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